sabato 6 gennaio 2018

La befana della foresta.

Era un giorno tranquillo a Ngao. La concessione era percorsa dal tipico fremito addormentato del sabato. Yambulani e Albertine comandavano le rispettive truppe con ordini di una perentorietà da dio creatore. 
Zenone si stiracchio nel letto, si infilò i pantaloni e uscì sulla veranda. Vide Albertine che ordinava a un ragazzo di prendere un pollo e portaglielo. Gli diedero una caccia spietata in sei. L'animale che aveva presentimenti umani, capì fin da subito che la sua giornata era compromessa da una destino che nemmeno sapeva perché fosse tanto sgarrupato. Zizzagando secondo un piano preciso che aveva messo a punto in anni di attesa, svolazzando sopra le teste dei cacciatori e dimostrando una forza d'animo da leone, sfinì uno ad uno i sei ragazzotti che lo rincorrevano, finché non si trovò dinanzi Albertine. Rapida come un cobra lo prese per un'ala. Piegandosi mostrò la curva perfetta dei fianchi e delle natiche e i muscoli lunghi e sodi delle braccia. Tenendo il pollo per l'ala gli torse il collo come fosse un fascio di erba: la bestia si accasciò strabuzzando gli occhi per la sorte malevola che l'aveva portato a finire addosso alla cuoca che non aveva pietà nemmeno per polli che avevano il senso della libertà. 
Albertine si girò e guardò Zenone: <<Che festa è oggi? La befana? In sei non sono stati capaci di prendere un pollo, ma come cazzo faranno a prendersi la vita?>>

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