lunedì 1 gennaio 2018

Il primo giorno dell'anno.

Per la concessione, per Ngao, per tutti coloro che avevano un'anima pervasa dallo spirito ritmico della  foresta, il primo giorno dell'anno non aveva senso. Infatti essendo lunedì si presentarono tutti al lavoro e ben presto la grande casa fu invasa dai rumori, dalle grida e dai commenti sulfurei di Albertine che cacciava in malo modo gli improvvisati venditori di ogni tipo di carabattola che avesse dignità di esistere.
Zenone si alzò che il sole era già alto e come d'incanto apparve Jambulani che lo avvisava che monsieur Socrates era arrivato.
Era già accomodato nella paillotte e stava parlando con Albertine che gli rimandava occhiate di fuoco  perché era convinta che monsieur Socrates un giorno si sarebbe portato via Zenone. Si era detta che se lo avesse fatto, prima lo avrebbe scannato con il coltello che usava per uccidere i polli e  poi avrebbe dato le budella in pasto ai maiali.
Zenone lo salutò e attese che l'uomo gli dicesse il perché di quella visita improvvisa che aveva il senso dell'arrivo del circo in un posto dove nessuno lo aveva mai visto.
<<Buongiorno signor Bastiani. Sono venuto non per farle gli auguri  ma piuttosto per sapere che propositi si è fatto per l'anno che verrà.>>
Zenone si sentì intrappolato come un animale da cortile.
<<Nessuno. Nessuno signor Socrates. Non avrebbe senso. Già qui a Ngao ogni attimo è un proposito per quello che seguirà.>>
<<Bene. Volevo esserne certo.>>
Si alzò con tutta la sua mole e la sua statura da dioscuro romano.
<<I propositi di inizio anno sono solo lenzuola che coprono il morto che è in noi. Non esiste inizio se non c'è vita. E se c'è vita non c'è bisogno di nessun proponimento. Noi siamo ciò che viviamo e nessun proposito cambierà il nostro destino. Ora la saluto.>>
E se ne andò senza nessun rumore. Esattamente come era venuto. 

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